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Sintesi

Indice

Presentazione

1 Robinson non standard
1.1 Metamatematica
1.2 Hilbert e Artin
1.3 La teoria dei modelli prima di Robinson
1.4 La model completezza
1.5 Completamenti e compagni
1.6 Cantor e Robinson
1.7 Tributo a Robinson
1.8 Robinson in Italia
Bibliografia

2 Gli infinitesimi in Matematica tra Scienza e Filosofia
2.1 I tre problemi della filosofia matematica
2.2 Primo problema: come contare l’infinito
2.2.1 I numeri cardinali
2.2.2 I numeri ordinali
2.2.3 Tre metodi per contare
2.2.4 Somme transfinite
2.2.5 Cardinali, ordinali e numerosità
2.3 Secondo problema: la natura del continuo
2.3.1 Il paradosso della bisezione del segmento
2.3.2 Alla ricerca del continuo Euclideo
2.3.3 La matematica non archimedea
2.4 Terzo problema: i numeri infinitesimi
2.4.1 Esistenza degli infinitesimi
2.4.2 I numeri reali come arrotondamento dei numeri euclidei
2.4.3 La nozione di derivata
2.4.4 Gli infinitesimi in natura
Bibliografia

3 Delta Functions and Differentation of Discontinuous Functions
3.1 Intuition
3.2 Continuity
3.2.1 Discontinuous functions
3.3 Axioms
3.4 Real numbers
3.5 Induction, non Archimedean collections and internal sets
3.5.1 Internal statements
3.5.2 Induction
3.6 External collections and proper numbers
3.7 The derivative
3.8 Continuity
3.9 Approximating non differentiable functions by C ∞ functions
3.9.1 When it is irrelevant how large is ultralarge
3.9.2 Asymmetrical delta functions
3.9.3 Delta functions
3.9.4 The Heaviside function can be approximated in many ways
3.10 Concluding remarks

4 Da Eudosso a Berkley a oggi: il pregiudizio sulle quantità trascurabili
4.1 Trascurabilità
4.2 Matematica greca
4.3 Aristotele
4.4 Zenone
4.5 Rifiuto dell’infinito anche potenziale?
4.6 Valore degli assiomi
4.7 Definizioni euclidee
4.8 Rapporto tra cerchi
4.9 Esaustione
4.10 Come indovinare il risultato?
4.11 Archimede
4.12 Velocità istantanea
4.13 Berkeley
4.14 Elementi separatori
4.15 Eliminazione degli infinitesimi
4.16 Che sono i numeri?
4.17 Proprietà
4.18 Peano
4.19 Robinson
4.20 Metaosservazione
Bibliografia

5 Calcolo integrale non standard nell’opera di Maria Gaetana Agnesi
5.1 Introduzione
5.2 Premesse di calcolo differenziale
5.2.1 “Usurpare per eguali”
5.3 Il calcolo integrale
5.3.1 Integrali elementari di funzioni polinomiali
5.3.2 L’integrale di x−1 e la curva logaritmica
5.4 Le applicazioni del calcolo integrale
5.4.1 Le quadrature
5.4.2 Le rettificazioni
5.4.3 Le cubature, ovvero i volumi dei solidi di rotazione
5.4.4 L’integrale del logaritmo
5.4.5 Brevi note sull’integrale non standard
5.5 Conclusioni
Bibliografia

6 Percorso non standard per un Istituto Tecnico
6.1 Introduzione e presentazione del percorso
6.2 Il percorso: prima parte
6.3 Il percorso: seconda parte
6.4 Conclusioni
Bibliografia

7 Analisi alla maniera NSA o alla maniera di Cauchy Weierstrass?
7.1 Introduzione
7.2 La continuità
7.2.1 Percorso didattico
7.3 Derivate
7.3.1 La funzione quadratica e i polinomi
7.3.2 Il numero e e la funzione esponenziale
7.3.3 La derivata della funzione composta
7.4 Integrale definito
7.4.1 Percorso didattico
Bibliografia

8 Inserimento dell’Analisi Non Standard nel curriculum liceale
Bibliografia ragionata



9 Gli orologi di Fourier
9.1 Introduzione
9.2 Numeri complessi e lancette
9.3 Un rapporto notevole



10 Numeri iperreali in una classe terza
10.1 Nuovi numeri con cui giocare
10.2 Un’esplosione di numeri
10.3 Operazioni sui tipi
10.3.1 Classificazione e convenzioni
10.4 Numeri finiti e parte standard
10.6 Indistinguibili
10.6.1 Perché usare quantità trascurabili
10.6.2 Cosa posso trascurare e cosa no nei calcoli con gli iperreali?
10.6.3 Indistinguibilità e zero
Bibliografia

11 MGAgnesi: nuovi metodi di insegnamento dal passato
11.1 Maria Gaetana Agnesi
11.2 Il secondo volume delle Instituzioni Analitiche
11.3 Problema della tangente a una curva
11.4 Questione dei fondamenti dell’Analisi
11.5 Conclusioni
Bibliografia

12 Considerazioni sulla matematica presente nei monumenti fiorentini
Bibliografia

Autore

Daniele Zambelli
Estratto del documento

2. Gli infinitesimi in Matematica tra Scienza e Filosofia 31

←→ a a a a a . . .

0 0, 00 01 02 03 034

←→ a a a a a . . .

1 0, 10 11 12 13 14

←→ a a a a a . . .

2 0, 20 21 22 23 24

←→ a a a a a . . .

3 0, 30 31 32 33 34

←→

... ...

Tabella 2.3: Numeri decimali illimitati

Adesso, si consideri il numero b b b b b . . .

0, 0 1 2 3 4

ove è una qualunque cifra diversa da è una qualunque cifra diversa da

b a , b a ,

0 00 1 11

è una qualunque cifra diversa da etc. Risulta evidente che

b a , b b b b b . . .

0,

2 22 0 1 2 3 4

non ha trovato posto nella Tabella 2.3 in quanto non compare nella lista. Infatti

non si trova nella casella in quanto non si trova nella casella in

6

b a ,

0 = 1

0 00

quanto e così via.

6

b a ,

=

1 11

Dunque, l’insieme dei numeri reali in è più numeroso dell’insieme dei

[0, 1]

numeri naturali ovvero

N, n > n

([0, 1]) (N)

Il numero corrispondente a si chiama cardinalità del continuo ed, in genere,

[0, 1]

è denotato dalla lettera gotica “c”; dunque si ha che

> .

c 0

Su questa base Cantor ha costruito l’aritmetica dei numeri infiniti. Per la prima

volta nella storia, l’infinito è stato addomesticato dal pensiero umano. Comunque

questa aritmetica risulta un po’ bizzarra, infatti, se e sono numeri cardinali

a b

infiniti, allora ×

a b a b b).

+ = = max(a,

Infiniti cardinali

32 VIII giornata di studio NSA

2.2.2 I numeri ordinali

Cantor ha avuto anche un altro grande merito. Si è reso conto che quando si

contano insiemi infiniti il risultato dell’operazione dipende dal metodo che si usa

per contare. Naturalmente con gli insiemi finiti ciò non è vero, ma questa è una

complicazione che va accettata per trattare con l’infinito. Pertanto per contare

insiemi infiniti si devono usare differenti tipi di numeri; il tipo di numeri impiegato,

dipende dal metodo impiegato per contare. Se contiamo un insieme mediante il

metodo impiegato nei paragrafi precedenti si ottengono i numeri cardinali che si

dividono in numeri cardinali finiti possono essere identificati

. . . .(che

0, 1, 2, 3, 4,

con i numeri naturali) ed i cardinali infiniti che vengono denotati con i simboli

ℵ ℵ ℵ

, , , . . .

0 1 2

L’altro metodo introdotto da Cantor ci porta ai numeri ordinali. Non intro-

durremo i numeri ordinali col metodo di Cantor, ma useremo la definizione di Von

Neumann che, oltre ad essere più semplice ed estremamente elegante, permette an-

che di dare una definizione di numero che è molto significativa anche quando viene

applicata ai numeri naturali. Per introdurre gli ordinali di Von Neumann dobbiamo

iniziare da una domanda fondamentale: come possiamo definire i numeri naturali?

Che cos’è lo zero? Che cosa rappresenta il numero uno? etc.

Numeri ordinali

La risposta di Von Neumann non è certo l’unica risposta che è stata data da

matematici e filosofi, ma è certamente una delle più suggestive perchè costruisce

tutto dal niente. Esaminiamo la prima e fondamentale domanda: cos’è lo zero.

Lo zero non è niente, ma il niente in matematica è un’ente ben preciso che ha un

nome: "insieme vuoto" ed un simbolo per rappresentarlo: "∅". E dunque abbiamo

la nostra prima definizione: 0 := ∅

Passiamo adesso alla seconda domanda: che cos’è il numero 1. Se lo 0 è un

insieme anche l’uno deve essere un insieme ed è ragionevole pensare che sia un

insieme contenente un elemento. Ma quale elemento? Ovviamente sarà l’unico

ente che abbiamo a disposizione, ovvero lo 0, e duque risulta naturale la seguente

definizione del numero 1 : {∅} .

1 :=

2. Gli infinitesimi in Matematica tra Scienza e Filosofia 33

Si osservi la sottile differenza tra e è l’insieme vuoto, ma non è

{∅} {∅}

.

∅ ∅

vuoto in quanto contiene un ente che certamente esiste (ovviamente nel mondo

delle idee). A questo punto il nostro lettore avrà capito anche come si costruiscono

gli altri numeri naturali: {∅, {∅}}

2 := ;

{∅, {∅} {∅, {∅}}}

,

3 :=

e così via. Usando una notazione più semplice e leggibile, possiamo scrivere

0 = ∅

{0}

1 = {0,

2 = 1} (2.2)

{0,

3 = 1, 2}

{0,

4 = 1, 2, 3}

.......

{0,

n . . . , n}

+1 = 1, 2, 3,

Dunque, secondo Von Newmann, ogni numero naturale è un insieme parti-

n

colare (ovvero l’insieme dei numeri naturali più piccoli di lui). I numeri così definiti

si chiamano numeri (di Von Neumann). La relazione d’ordine tra numeri

ordinali

ordinali è definita dalla seguente regola:

⇐⇒ ∈

y < x y x.

Dunque i numeri ordinali possono essere definiti dalle due regole seguenti:

• 0 è un numero ordinale.

• è un numero ordinale se e soltanto se è un insieme di numeri ordinali che

β

gode della seguente proprietà: dati due numeri ordinali e allora

∈ ∈

x β, y x,

y β.

In base a queste due regole, l’insieme

{0, . . . . . . ..}

:= 1, 2, 3, 4, 5,

N 0

è lui stesso un numero ordinale. Ma non può essere identificato con alcun numero

naturale in quanto è infinito. Infatti è il numero ordinale infinito più piccolo e

viene denotato con la lettera Dunque anche al pari dei numeri naturali di Von

ω. ω

Neumann è l’insieme dei numeri ordinali più piccoli di lui. Ovviamente la storia non

finisce qui e si possono produrre altri numeri ordinali. Per esempio le uguaglianze

34 VIII giornata di studio NSA

2.2 possono essere riscritte nel seguente modo:

0 = ∅

∪ {0}

1 = 0 ∪ {1}

2 = 1 ∪ {2}

3 = 2 ∪ {3}

4 = 3

.......

∪ {n}

n n

+1 =

Con questa scrittura vediamo che ogni numero ha un successore, e questo

0

n n ,

si ottiene aggiungendo al numero l’insieme che ha come unico elemento il numero

stesso. Applicando la stessa regola a otteniamo un nuovo numero

ω,

0 ∪ {ω} {0,

ω ω . . . , ω}

:= = 1, 2, 3,

Poichè è diverso da ogni numero naturale, abbiamo che il successore

0 0

6

ω ω ω; ω ,

=

di è un nuovo numero che, come appare ovvio , sarà denotato col simbolo

3

ω Naturalmente questo processo può essere reiterato ed otteniamo la seguente

ω + 1.

tabella: ∪ {ω}

ω ω

+1 = ∪ {ω {0,

ω . . . , ω, ω

+2 = (ω + 1) + 1} = 1, 2, 3, + 1}

∪ {ω {0,

ω . . . , ω, ω ω

+3 = (ω + 2) + 2} = 1, 2, 3, + 1, + 2}

.......

{0,

ω . . . , ω, ω ω . . . , ω n}

+ (n + 1) = 1, 2, 3, + 1, + 2, +

Kroneker che è stato un insigne matematico tedesco dell’800,

Remark 2.2.1.

soleva dire che i numeri naturali sono stati creati da Dio, mentre tutti gli altri

numeri sono stato costruiti dall’uomo. Con questo aforisma egli intendeva dire

che mediante i numeri naturali, con costruzioni più o meno complesse, si potevano

definire tutti gli altri insiemi numerici quali i numeri razionali, i numeri reali, i

numeri complessi e così via. Al contrario i numeri naturali vanno presi così come

sono dati dalla nostra intuizione: ogni tentativo di razionalizzazione non fa altro

che complicare le cose. Questo punto di vista è stato clamorosamente smentito

un secolo dopo da Von Neumann con la sua meravigliosa costruzione dei numeri

naturali: bella, semplice e vicinissima all’intuizione. Von Neumann ha costruito i

numeri naturali dal nulla e su di essi ha costruito anche la meravigliosa struttura

dei numeri ordinali. In questo modo ha anche tolto a Dio il monopolio del "Creare

dal Nulla" (almeno per quanto riguarda le cose che vivono nell’iperuranio).

3 In seguito vedremo che la cosa non è cosi ovvia; quando si lavora con l’infinito bisogna sempre

essere cauti.

2. Gli infinitesimi in Matematica tra Scienza e Filosofia 35

A questo punto si pone la seguente domanda:

I numeri di Von Neuman sono una bella cosa, ma con essi si possono

contare gli elementi di un insieme infinito?

La risposta è si, ma con essi si possono contare solamente gli elementi di un

insieme dopo che essi sono stati messi in fila, pertanto prima cosa da fare è quella

di mettere in fila gli elementi di in modo che ogni gruppo abbia un capofila .

4

E

Successivamente poniamo gli elementi di in corrispondenza biunivoca con gli

E

elementi di un ordinale di Von Neumann in modo che venga rispettato l’ordine

della fila. Questo ordinale, chiamiamolo rappresenta il risultato di questa conta

β,

e scriveremo β

ord(E) =

Vediamo degli esempi: consideriamo il seguente insieme:

New York, Gerusalemme, San Paolo}

{Siena,

Prima di contare dobbiamo stabilire un ordinamento: per esempio stabiliamo

l’ordinamento lessicografico per cui si ha:

New York, San Paolo, Siena) (2.3)

5

(Gerusalemme,

Questo ordinamento ci porta alla seguente tabella:

0 Gerusalemme

←→

1 New York

←→

2 San Paolo

←→

3 Siena

←→

Ma l’insieme è il numero e dunque l’insieme (2.3) ha quattro

{0, 1, 2, 3} 4

elementi. In simboli: New York, San Paolo, Siena)

ord(Gerusalemme, = 4

Se cambiamo l’ordinamento e ordiniamo le città secondo il numero di abitanti

avremo l’insieme Gerusalemme, New York, San Paolo)

(Siena,

e la tabella:

4 Questa operazione in matematica si chiama buon ordinamento. Più precisamente un insieme

E si dice ben ordinato se ogni sottoinsieme A E ha il minimo (il capofila!). Per esempio i

numeri naturali sono un insieme ben ordinato. Al contrario i numeri razionali non lo sono. Per

vedere ciò, basta osservare che l’insieme dei numeri razionali positivi non ha il minimo.

5 Si osservi che qui abbiamo usato l’usuale convenzione che gli elementi di un insieme ordinato

si pongono in parentesi tonda.

36 VIII giornata di studio NSA

0 Siena

←→

1 Gerusalemme

←→

2 New York

←→

3 San Paolo

←→

In questo caso, il numero delle città rimane invariato, ovvero 4. Ma le co-

se cambiano con gli insiemi infiniti. Consideriamo l’insieme di tutti i programmi

considerati nel paragrafo 2.2.1. Se li ordiniamo secondo la Tabella 2.2, allora i

programmi sono ma possiamo decidere di ordinarli in altro modo; mettiamo

ω,

dapprima tutti i programmi che iniziano con e poi tutti i programmi che iniziano

0

con Allora otteniamo una tabella diversa:

1. 0 0

←→

1 00

←→

2 01

←→

3 000

←→

4 001

←→

5 010

←→

6 011

←→

7 0000

←→ ...

←→

... 1

←→

ω 10

←→

ω +1 11

←→

ω +2 100

←→

ω +3

... ...

←→

In tal modo abbiamo riempito tutte le caselle della tabella contrassegnate con i

numeri con i programmi che iniziano con e tutte le caselle contras-

. . .

0, 1, 2, 3, 0

segnate dai numeri infiniti con i programmi che iniziano

ω, ω ω ω . . .

+ 1, + 2, + 3,

con 1.

In conclusione abbiamo ottenuto il numero ordinale

{0, }

. . . , ω, ω ω ω . . .

1, 2, 3, + 1, + 2, + 3,

che ovviamente è maggiore di qualunque sia il quale, come il lettore

ω n n ω,

+

può facilmente intuire viene denotato col simbolo 6

·

ω 2.

In ogni caso, se contiamo un insieme usando i numeri ordinali, il principio di

Euclide può essere violato. Per esempio, se ordiniamo i numeri quadrati secondo il

loro ordine naturale, otteniamo nuovamente la tabella 2.1 e pertanto si ha che

})

. . . ω

0rd ({0, 1, 4, 9, 16, =

6 · 6 ·

Si osservi che ω ω. L’aritmetica ordinale è piuttosto complessa, ma la sua analisi

2 = 2

esula dagli scopi del presente articolo.

2. Gli infinitesimi in Matematica tra Scienza e Filosofia 37

Dunque anche in questo caso i quadrati hanno lo stesso numero (ordinale) di

elementi di tutti i numeri naturali. Paradosso! Ma non contraddizione. Dunque

possiamo contare gli insiemi infiniti con i numeri ordinali anche se finiamo con

l’ottenere un’aritmetica ancora più bizzarra (ancorché più bella) di quella dei numeri

cardinali.

2.2.3 Tre metodi per contare

A questo punto si pone la seguente domanda.

Esiste un altro metodo per contare gli insiemi infiniti in modo

che si possa rispettare il principio di Euclide?

La risposta è SI’ ma, ovviamente, dobbiamo rinunciare al Principio di Hume.

Prima presentare questo nuovo modo di contare, vediamo come contano i bambini:

• Bambino di tre anni: se a un bambino di tre anni chiedete l’età probabilmente

alzerà tre ditini; in questo modo stabilisce una corrispondenza biunivoca tra il

numero dei suoi anni e il numero delle dita alzate (si conta per corrispondenza

biunivoca).

• Bambino di cinque anni: se un bambino di cinque anni vuol sapere quante

caramelle ha in primo luogo le metterà in fila e successivamente "reciterà" la

filastrocca che ha imparato a memoria: uno, due, tre, quattro,. . . Quando

si fermerà saprà che il numero delle sue caramelle è l’ultimo numero che

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