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La cosa accese un notevole interesse per l'argomento e nel 2012 si tenne un secondo convegno sullo stesso tema a Modena, seguito da un terzo convegno di nuovo a Venezia nel 2013.
Obiettivo è sempre quello di far conoscere questo approccio all'analisi matematica che Kurt Gődel, da molti considerato il massimo matematico del XX secolo, aveva sin dal 1973 indicato come l'analisi del futuro.
Nel 2014 la giornata si è tenuta a Vicenza a cura della locale sezione della Mathesis.
Gli scopi principali di questa giornata nazionale dedicata al tema NSA sono di mostrare agli insegnanti della scuola superiore come l'Analisi Non Standard viene utilizzata da colleghi che appartengono a realtà scolastiche diverse (liceali e non) e di spiegare le ragioni per le quali questi stessi colleghi sono stati spinti a sostituire l'approccio standard con l'NSA.
Nel corso della giornata è stato anche presentato un progetto, nato nell'ambito dell'università di Verona, per la realizzazione di materiali didattici liberi per la didattica dell'Analisi Non Standard.
Si ringrazia la Società Generale di Mutuo Soccorso di Vicenza che ha messo a disposizione la sala Lampertico per il convegno.
•
Indice
PresentazioneL'infinito più facile: alcune riflessioni su un'esperienza NSA in una classe quinta del Liceo Socio-Psico-Pedagogico
DI GIUSEPPE ZAMBON
Strumenti liberi per insegnare l'Analisi Non Standard
DI BRUNO STECCA E DANIELE ZAMBELLI
Il differenziale alla Robinson in una e più variabili
DI GIORGIO GOLDONI
Gli infinitesimi di Leibniz
DI TIZIANA BASCELLI
Analisi Non Standard e Fisica: un caso di ottica
DI ANDREA CENTOMO
Esercizi NO LIMITS in NSA
DI SERGIO CASIRAGHI
La continuità con la NSA
DI PAOLO BONAVOGLIA
Un piano di lavoro NSA per il quarto anno di un Istituto Tecnico per Geometri
DI LUCIA RAPELLA
14 IV Giornata di studio
Una volta evidenziati i tre risultati possibili, (vedi figura) essi possono
essere facilmente e utilmente visualizzati con gli strumenti ottici.
Supponiamo per esempio che ε e δ siano entrambi infinitesimi e che ε e δ
sia infinitesimo di ordine superiore a δ. Algebricamente questo significa che
ε è un numero infinitesimo non nullo.
δ E' possibile fornire una visualizzazione di questo rapporto che ne
chiarisce e rende intuitiva la natura. La situazione è descritta nella figura
accanto: ε e δ appaiono, nella scala ordinaria sovrapposti allo zero, nessun
microscopio standard riesce a separarli dallo zero. Puntando sull'origine un
microscopio non standard
e agendo delicatamente
sulla manopola
dell'ingrandimento, riesco
a separare δ dallo zero ma
ε è ancora sovrapposto
allo zero. In questa
situazione nessun
microscopio standard
riesce a separare ε dallo
zero. Devo puntare, nel
campo visivo del primo
microscopio, un altro
microscopio non standard
e solo così anche ε si Confronto di infinitesimi, visualizzazione
separa dallo zero. E'
importante notare che in quest'ultima scala, δ non è più visibile, né è
raggiungibile con nessuno strumento standard. δ, rispetto a ε diventato
infinito.
In modo del tutto analogo si visualizza la situazione negli altri casi e
anche nel confronto degli infiniti.
7 M
ONADI E PARTE STANDARD
Ora si entra nel vivo del calcolo con i numeri iperreali. Abbiamo
visto che alcuni problemi si lasciano affrontare in modo naturale con
l'uso di numeri iperreali. Dopo aver affrontato e risolto un problema
(reale) usando numeri iperreali, dobbiamo tornare ai numeri reali,
cioè esprimere la soluzione in termini di numeri reali . Iniziamo
6
6 Ritornando all'esempio iniziale, si tratta di precisare bene il passaggio da 2+ ε
Analisi non standard nelle scuole superiori 15
definendo la relazione di infinita vicinanza:
due numeri x e y si dicono infinitamente vicini se la loro differenza
è un infinitesimo.
si verifica immediatamente che essa è una relazione di
equivalenza.
Ogni numero standard è circondato da una infinitesima nuvoletta di
numeri infinitamente vicini a lui.
Si chiama monade del numero x l’insieme dei numeri infinitamente
vicini a x.
Se puntiamo un microscopio non-standard sul numero x, vediamo
solo numeri appartenenti alla monade di x.
Ogni monade contiene al più un numero reale (standard), se ce ne
fossero due essi sarebbero infinitamente vicini, contraddicendo il
postulato di Archimede, che non vale per i numeri iperreali ma per
quelli standard ovviamente continua a valere. Se x è un numero finito,
si chiama parte standard di x l'unico numero reale appartenente alla
monade di x. Nell'esempio introduttivo per trovare la retta tangente,
abbiamo “rinunciato” a risolvere direttamente il problema cercando la
retta che avesse un unico punto di contatto, abbiamo cercato una
strada che conduceva ad una soluzione approssimata, (retta per due
punti vicini) affetta da un errore che però abbiamo reso infinitesimo
avvicinando infinitamente i due punti. Il risultato esatto è dato
dall'unico numero reale infinitamente vicino al risultato approssimato.
Quest'ultimo passaggio è fornito dalla funzione parte standard. Se x
è un numero finito, la sua monade contiene uno e un solo numero
reale e x può essere scritto in modo unico come somma di un numero
x=s +δ
reale (standard) e di un numero infinitesimo: , s è la parte
standard di x.
St x]=s
[
Una volta trovata la soluzione di un problema con l'uso di numeri
iperreali, non resta che trovare qual è l'unico numero reale che
appartiene alla monade del risultato.
Non sempre individuare la parte standard di un numero iperreale è
un'operazione banale, l'idea è quella di trasformare progressivamente
l'espressione data in una più semplice, fino ad arrivare a una forma
nella quale sia evidente quale sia la sua parte standard. Ma è
a 2.
16 IV Giornata di studio
necessario che in ogni passaggio il valore dell'espressione non cambi
monade!
Il percorso didattico suggerito da Goldoni per realizzare questo
passaggio prevede l'introduzione della relazione di indistinguibilità.
Due numeri sono indistinguibili quando la loro differenza è
infinitesima rispetto a ciascuno di essi o, equivalentemente, quando
il loro rapporto è infinitamente vicino a 1, si dimostra con facilità
l'equivalenza delle due condizioni. Lo zero è escluso dalla relazione
di indistinguibilità sempre a causa delle sue proprietà algebriche, in
particolare per la proprietà di essere elemento assorbente.
Per esempio ε e 2ε sono ovviamente infinitamente vicini, la loro
differenza è ε, ma non sono indistinguibili e così per ε e ε , infatti la
2
loro differenza non è infinitesima rispetto a ciascuno di essi. Mentre
2 2
ε ε ε
ε e sono indistinguibili in quanto la loro differenza, , è
+ 2
ε ε
infinitesima di ordine superiore rispetto a ε e a .
+
Analogamente si verifica facilmente che M e M +M sono anch'essi
2 2
indistinguibili pur essendo infinitamente lontani.
Sulla base di considerazioni di questo tipo possiamo semplificare
le espressioni iperreali utilizzando queste semplici regole:
ε+δ ~ ε se ε=o(δ) Trascuro gli infinitesimi di ordine superiore
Trascuro gli infinitesimi rispetto ai finiti non
a+ε ~ a infinitesimi
Trascuro gli infinitesimi rispetto agli infiniti
M+ε ~ M
M+a ~ M Trascuro i finiti non infinitesimi rispetto agli
infiniti
M+N ~ M se N<<M Trascuro gli infiniti di ordine superiore
Zero è indistinguibile solo da se stesso!
Anche la relazione di indistinguibilità può essere facilmente
descritta attraverso la visualizzazione con gli strumenti ottici. Due
numeri sono indistinguibili se osservati a una scala in cui essi siano
entrambi visibili e separati dallo zero, sembrano coincidere e non
sono separabili con nessuno strumento standard.
8 C
ONCLUSIONI
Analisi non standard nelle scuole superiori 17
Il fatto di utilizzare numeri iperreali per risolvere problemi reali non
è altro che l'usuale prassi in matematica di costruire il modello
matematico più semplice (ed elegante) di un problema, estendendo,
se necessario, l'insieme numerico di riferimento. E' così che nascono i
numeri negativi, razionali, e così via fino ai complessi. Per affrontare
un problema (di analisi) introduco dei nuovi numeri, i numeri iperreali,
che in qualche modo contengono già in sé il concetto di limite. La
soluzione del problema sarà in generale un'espressione iperreale che
indicherà un numero nella cui monade è presente un solo numero
reale, la sua parte standard. Tale numero è la soluzione al problema di
partenza.
Ecco infine qualche semplice esempio, applicato all'analisi, di
semplificazione di un'espressione iperreale per il calcolo della parte
standard [ ]
[ ]
a⋅ϵ a⋅ϵ
St St
a =St[ϵ]=0
= (trascuro ε rispetto ad ) = .
7
a+ϵ a
ϵ
Zero è l'unico numero standard nella monade di
Nell'esempio iniziale il coefficiente angolare della retta tangente nel
2
y=x
punto (1;1) alla parabola di equazione è:
[ ]
2 [ ] [ ]
2 2
1+2 2ϵ+ϵ
(1+ ϵ) −1 ϵ+ϵ −1 [ ]
m=St 2+ϵ
=St =St =St =2
ϵ ϵ ϵ
La derivata di una funzione è definita come parte standard del
rapporto incrementale per un incremento infinitesimo della x:
[ ]
f dx)−f
[ ] (x + (x )
df (x) 0 0
( )
D f x
( ) =St =St
0 dx dx
Calcolo della derivata in un punto:
1
f x
(x)= =2
calcoliamo la sua derivata nel punto 0
x
[ ]
1 1
− [ ]
[ ] [ ]
[ ]
2+δ 2 1 1 1 1 2−2−δ 1 1
( ) ( ) −1
−δ
( )
f ' St St St
(2)=St = ⋅ − = = =St =−
δ δ δ δ
2+ 2 4
2(2 2 2
δ +δ ) (2+δ) (2+δ)
a⋅x
lim
7 Questo calcolo corrisponde al calcolo di a x
+
x→ 0
18 IV Giornata di studio
9 B
IBLIOGRAFIA
1. P B IL CALCOLO INFINITESIMALE ed.
AOLO ONAVOGLIA
matematicamente.it
2. Il professor Apotema insegna....I NUMERI
G G
IORGIO OLDONI
IPERREALI ed. ilmiolibro.it
3. ELEMENTARY CALCULUS An infinitesimal
H J K
EROME EISLER
approach Creative Commons Attribution-NonCommercial
disponibile gratuitamente in formato pdf all'indirizzo
https://www.math.wisc.edu/~keisler/calc.html
4. DALL'INTERO ALL'IPERREALE
S V reperibile in
ANTI ALENTI
formato pdf all'indirizzo
http://math.unipa.it/~grim/analNonquad5.pdf
Analisi non standard nelle scuole superiori 19
Strumenti liberi per insegnare l'Analisi Non Standard
di Bruno Stecca e Daniele Zambelli
1 I P
L ROBLEMA
Con la riforma degli ordinamenti si impone l'insegnamento dell'Analisi
Matematica all'ultimo anno anche degli istituti ad indirizzo non tecnico o
scientifico, nei quali il curricolo di matematica si svolge in tempi ridotti ed
ha obiettivi di minore approfondimento. Il problema è (come sempre)
proporre un'attività significativa in tempi ristretti e cercando di evitare
eccessivi artifici nel calcolo. La scommessa è che L'Analisi non Standard sia
utilizzabile a questo scopo, perché propone contenuti più intuitivi rispetto
all'analisi classica aiuta la riflessione su alcuni concetti fondamentali.
La situazione e l'obbiettivo. Nel 2013-14 un gruppo di docenti,
principalmente del Liceo Maffei di Verona (liceo classico e linguistico), si
riunisce per un corso di formazione sull'Analisi non standard, come
principianti. Il corso si articola in un gruppo di lezioni teoriche, condotte da
Ruggero Ferro, e un gruppo di lezioni più mirate alla didattica, condotte da
Giorgio Goldoni. Al termine, emerge l'esigenza di maggiori tempi di studio
e di approfondimento individuali e collettivi. A questo scopo, si cerca uno
strumento facilitatore, per condividere il percorso e confrontarsi con chi ha
già acquisito un'esperienza didattica su questi temi.
2 L S
A OLUZIONE
Si decide di scrivere una dispensa a più mani, come guida all'azione del
docente, traducendo in strumento didattico il libro di Giorgio Goldoni I
numeri Iperreali . Si vuole per questa via approfondire il tema, migliorare la
competenza, allargare il gruppo dei collaboratori e condividere l'esperienza
con tutti gli interessati.
3 G S
LI TRUMENTI
3.1 La licenza: creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/it. Perché
20 IV Giornata di studio
l'esperienza di scrittura collaborativa possa estendersi a chiunque anche
in seguito, perché si possano utilizzare i materiali prodotti, modificarli e
diffonderli liberamente, occorre che il prodotto sia vincolato a una licenza
CC-BY-SA. Questa licenza permette di riprodurre il documento, modificarlo,
utilizzarlo per qualunque scopo, anche commerciale, a patto di
mantenerne inalterata la licenza.
3.2 Il repository: bitbucket.org/zambu/nsa. I testi scritti dai diversi autori
vengono convogliati in un unico “deposito” on line: Bitbucket.org. É dotato
degli strumenti adatti a confrontare i contributi e tenerli in ordine. Dal
repository si attingono i materiali aggiornati, per definite le correzioni e le
aggiunte. L'accesso a Bitbucket è libero per la lettura e il download,
mentre l'editing si può effettuare se autorizzati. Mette anche a
disposizione un wiki e uno strumento per la segnalazione di errori o
proposte.
3.3 Il compilatore: sphinx-doc.org. Gli appunti vengono scritti con un
editor qualunque in un formato semplice (ReStructuredText:
docutils.sourceforge.net/rst.html) possono essere letti così, ma il
programma Sphinx può tradurli in formato PDF, html o e-Pub. Esiste anche
un servizio Internet (readthedocs: nsa.readthedocs.org) che prende il
testo inserito nel repository e, ogni volta che viene modificato, lo traduce
nei vari formati visualizzabili on line o scaricabili.
3.4 Il ciclo di lavoro. L'autore stende il testo (preferibilmente ogni autore
dapprima sul proprio computer) seguendo una sintassi intuitiva e che usa
LaTeX per le formule matematiche. Usando Sphinx traduce il testo in PDF
o HTML in modo da controllare il risultato. Se il risultato è soddisfacente
effettua l'upload del file di testo su Bitbucket. Il repository avvisa
readthedocs che produce i vari formati della nuova versione.
Chi volesse contribuire può mettersi in contatto con il coordinatore del
progetto:
daniele.zambelli@gmail.com
4 B
IBLIOGRAFIA
G. G
1. , I numeri Iperreali, IlmioLibro.it 2014,
OLDONI
B.S , D. Z
2. , bitbucket.org/zambu/nsa,
TECCA AMBELLI
D. Z libro10minuti.readthedocs.org
3. , ,
AMBELLI
Analisi non standard nelle scuole superiori 21
Il differenziale alla Robinson in una e più variabili