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•
Indice
INTRODUZIONE p.9Freud, Jung e l’arte del Novecento p. 9
Bellezza e neuroestetica nell’arte contemporanea p.15
La sezione aurea p.23
CAPITOLO 1 L’IMPRESSIONISMO p.27
Le premesse dell’arte moderna p.27
Le premesse di una svolta epocale p.29
Eduard Manet e gli impressionisti p.35
Claude Monet e la pittura en plain air p.37
Edgard Degas: la poesia della vita moderna p.38
Pierre-Auguste Renoir: la trasparenza delle forme nella luce p.39
Henri De Toulouse-Lautrec: le maschere della vita p.40
Il divisionismo (pointillisme) ultimo atto dell’impressionismo p.41
CAPITOLO 2 POSTIMPRESSIONISMO p.43
Tra fine ‘800 e inizi ‘900 p.43
Il simbolismo p.50
Il simbolismo nord-europeo p.53
Le secessioni p.55
CAPITOLO 3 IL PRIMO NOVECENTO E LE AVANGUARDIE p.57
Il primo Novecento e le avanguardie p.57
L’espressionismo Austriaco p.60
Il cubismo e Picasso p.65
La prima avanguardia in Italia il futurismo p.73
L’astrattismo p.81
L’ecole de Paris p.89
Il neoplasticismo olandese p.93
Costruttivismo e l’arte della rivoluzione sovietica p.96
Il dadaismo p.97
La Metafisica e De Chirico p.99
Il surrealismo: dipingere la realtà dei sogni p.103
Tra le due guerre, il ritorno all’ordine p.106
R. Renna - Emozioni d’Arte 5
Il gruppo di Novecento p.108
CAPITOLO 4 L’ARTE DEL DOPOGUERRA p.109
L’informale p.109
Il Neorealismo e Renato Guttuso p.117
Gli anni sessanta p.120
Gli anni settanta il minimalismo (o minimal art) p.125
L’arte concettuale p.132
CAPITOLO 5 L’ARCHITETTURA DEL XX SECOLO p.134
L’architettura di inizio Novecento p.134
Il Modernismo catalano e Antoni Gaudì p.135
Il Bauhaus e Walter Gropius p.138
L’architettura moderna p.139
Il movimento moderno p.139
Il movimento moderno nei paesi scandinavi p.143
Il movimento moderno negli stati uniti p.144
Il Movimento Moderno nel secondo dopoguerra p.145
Il Razionalismo in Italia p.147
Oltre il moderno p.148
Dalla corrente high-tech al decostruttivismo p.150
Decostruttivismo p.153
•
Autore
Raffaele RennaRaffaele Renna è docente di Disegno e Storia dell’Arte al liceo scientifico Banzi di Lecce, laureato in Psicopedagogia, diplomato in pittura alla Statale d’Arte di Lecce, autore del libro “Perché ci innamoriamo” edito da Il Punto d’Incontro di Vicenza, 2004, per il quale ha avuto tre recensioni su RAI 2 ed è stato ospite sul palco del “Maurizio Costanzo Show”. Nel 2011 ha pubblicato anche “Dio crea e uccide” edito da Boopen. Altri articoli sono stati pubblicati sulla rivista “La Macchina del Tempo” e sul mensile di psicologia “Psychologies Magazine”. Numerosi sono i suoi interventi in trasmissioni TV e radiofoniche. E’ astrofilo, divulgatore scientifico di astronomia nei licei, musicista e compositore, vincitore del “Premio Rino Gaetano” per autori di RAI UNO (1998).
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Emozioni d’Arte
R. Renna - “L’origine del mondo” (1866)
Courbet,
Ciò comportò anche una sorta di distanza da parte degli artisti di
frontiera nei confronti dei salotti intellettuali e borghesi che continua-
vano a prediligere lo stile classico-tradizionale, indifferente, nei
contenuti, agli aspetti più inquietanti del vivere quotidiano. Uno
“L’angelus”
straordinario esempio in questo senso è di Jean-François
Millet. Esperienze parallele in Italia si registreranno tra i frequentatori
“Caffè Michelangelo” a Firenze (che oggi non c’è più),
dello storico
ossia quelli che poi saranno chiamati macchiaioli.
L’arte moderna. “arte moderna”, si deve
Quando si usa il termine
chiarire rispetto a che cosa e rispetto a quale periodo di riferimento è
“moderno”. Ad esempio, se il riferimento è rispetto all’arte antica
(l’arte greco-romana), l’arte moderna comincia dopo il medioevo e
quindi con il Rinascimento, anche alla luce della scoperta delle leggi
della prospettiva, avvenuta per opera di Filippo Brunelleschi, che
costituì una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle possibilità di
rappresentazione della realtà. Questo nuovo strumento scientifico, a
segnò di fatto l’inizio di una
disposizione degli artisti rinascimentali,
nuova epoca.
Da un punto di vista più recente, noi intendiamo come arte moderna
quella compresa tra gli anni Sessanta dell’800 (periodo di transizione
anni Settanta del ‘900, quando si
tra romanticismo e realismo) e gli
comincerà a parlare d’arte post-moderna o arte contemporanea.
Con questo termine si vuole definire lo stile e la concezione dell'arte
propri di quell'epoca e, più in generale, le espressioni artistiche che
30
Emozioni d’Arte
R. Renna -
esplicitano una sorta di «rifiuto» per la tradizione e di apertura alla
sperimentazione. Gli artisti moderni aprirono una nuova fase di
sperimentazione di nuove forme visive, affermando nuovi criteri di
guardare alla natura, usando nuovi materiali e dando una nuova
funzione all'arte. A periodi più "realisti" (sia per le tecniche adottate che
per i soggetti scelti) si alternano periodi più "simbolisti" o "espre-
sionisti", fino all'astrazione.
Le premesse di una svolta epocale
Tra i primi artisti che cominciano a usare un proprio linguaggio senza
ricorrere alla tradizione sono Camille Corot, Eugene Delacroix
Constable e Turner.
Un evento significativo che avvierà la svolta impressionistica avvenne
nel 1863 quando Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés (Il
“salone dei rifiutati”), concepito proprio per accogliere le opere escluse
dai Salons ufficiali. “Le
In quella circostanza Édouard Manet partecipò con il quadro
(“Colazione sull’erba”),
Déjeuner sur l'herbe” che suscitò lo sdegno dei
presenti. Manet ripetè successivamente la provocazione con la tela
“Olympia”.
Ma in maniera più ampia furono le esperienze del Romanticismo e del
Realismo a risultare quel viatico determinante per la nascita dell'Im-
pressionismo. Ecco le importanti novità che avevano introdotto:
la negazione dell'importanza del soggetto scelto per un quadro, che
metteva sullo stesso piano il genere storico, quello religioso e quello
profano;
la riscoperta del paesaggio in pittura;
l'interesse per il colore (che diventa protagonista del contenuto)
piuttosto che per il disegno;
“soggettività”
la dell'artista non va più nascosta o camuffata:
nell’opera d’arte la sua interiorità contribuisce a creare valori ed
emozioni;
il modello dell'artista maledetto, ribelle alle convenzioni; 31
Emozioni d’Arte
R. Renna -
l’ampliamento della tecnica: con rapidi colpi di spatola, ad esempio,
si possono creare sia superfici uniformi che irregolari; da qui anche
l’avvio alle ricerche successive degli impressionisti.
Mentre il realismo si diffondeva in Francia e in Europa, ci fu
l’importante evento dell'Esposizione universale di Parigi del 1867 dove
furono esposte opere di arte giapponesi. Le stampe giapponesi
diventarono così di moda e acquistate anche dagli stessi pittori
impressionisti.
Parallelamente all'allontanamento dalla tradizione, l’amore per una
pittura legata alla realtà delle sensazioni portò gli impressionisti, e
soprattutto il loro precursore Manet, ad interessarsi allo studio delle
opere dei grandi del passato, custodite al Louvre.
Infine, la scoperta della macchina fotografica segnò un brutto colpo al
realismo (nel senso che risultava “inopportuno” e banale riprodurre
fedelmente ciò che un semplice scatto poteva immortalare).
Eugène Chevreul fu lo scienziato dei colori (che costituì il punto di
riferimento della tecnica cromatica degli Impressionisti) e il fautore
della cosiddetta mescolanza ottica, ossia della percezione di un colore a
distanza come risultato ottico di altri due colori stesi sulla tela. Ciò
rende le superfici particolarmente vivaci e ad effetto.
La nascita. Tra il 1860 ed il 1870, a Parigi, un gruppetto di pittori
appartenenti a culture artistiche differenti e dotati di caratteristiche
personali e linguaggi eterogenei, si aggregano, riconoscendosi quasi
come un segno del destino nel concepire il mondo della pittura in
maniera del tutto diversa rispetto alla tradizione degli ambienti dei
Salon parigini, seppure su strade parallele. La mostra del '74, del resto,
fu di per sé un atto eversivo in quanto, indipendentemente dalla
modernità non capita delle opere che sconvolse la critica, venne
concepita in risposta e contro i Salon, che le avevano rifiutate, e in
contrapposizione agli studi accademici in generale. Nasce così l'Impres-
sionismo francese.
È il termine che forse pronunciò, in senso spregiativo, il giornalista
Louis Leroy, quando vide il quadro di Monet “Impression, soleil
levant” del 1873, ma che volentieri fu accettato dagli stessi artisti ormai
avviati a un’avventura rivoluzionaria che partiva dalle esigenze del
32
Emozioni d’Arte
R. Renna -
realismo, in quanto, come questo, è interessato soprattutto alla
rappresentazione della realtà quotidiana. Rispetto al realismo, l’impres-
l’impegno ideologico o politico, poichè si
sionismo non ne condivide
occupa degli aspetti emotivi, piuttosto che dei problemi storici della
società del tempo, per concentrarsi sull’aspetto mutevole della realtà, e
molta della sua fortuna, presso il grande pubblico, deriva proprio dalla
sua poetica. Li accomunava una ricerca orientata verso una pittura
naturalistica ma nel contempo antiaccademica, in un continuo dibattersi
tra rinnovamento e tradizione. Il movimento chiude ufficialmente la sua
straordinaria parentesi dopo l’ultima mostra della “Societè anonyme
cooperative” degli impressionisti del 1886. Il gruppo, sorto nel 1873 su
proposta di Camille Pissarro che lo capeggiava, aveva fondato questa
“associazione tra artisti, pittori, scultori e incisori, a capitale e membri
Pochi mesi dopo, il 15 aprile del 1874, viene inaugurata la
variabili”.
loro prima esposizione con più di centosessanta tele, nel vecchio atelier
del fotografo Felix Nadar in Boulevard des Capucines. Edouard Manet
ha sempre appoggiato l’iniziativa senza però mai associarsi. Anzi,
Manet fu il precursore del movimento, mentre l’opera di Paul Cézanne
è quella che per prima supera lo stesso impressionismo degli inizi.
In Italia l’impressionismo ebbe un seguito più autonomo con i pittori
Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, e i
Macchiaioli più legati però alla tradizione quattrocentesca.
Il fenomeno dell’impressionismo rappresenta una svolta artistica tale
che, possiamo dire, permette e avvia la storia dell’arte contemporanea,
lascia un’eredità
poiché con cui faranno i conti tutte le esperienze
pittoriche successive.
L’arte precorre sempre le conquiste della scienza. L’impressionismo
è un altro esempio di come l’artista anticipi le scoperte scientifiche: il
realismo ottocentesco aveva precorso l’invenzione della fotografia,
mentre possiamo affermare, a ragion veduta, che il movimento impres-
sionistico anticipa la scoperta dell’inconscio, ovvero l’avvento e gli esiti
della psicoanalisi di Freud e di ciò che ne sarà poi con gli sviluppi della
psicologia del profondo di Carl Gustav Jung.
La rivoluzione posta in essere dal gruppo pioneristico formato da
Pissarro, Claude Monet, Auguste Renoir, Alfred Sisley, Edgard Degas,
33
Emozioni d’Arte
R. Renna -
l’unica donna del gruppo Berthe Morisot e molti altri, è
tale tecnica nasce dall’esigenza psicolo-
fondamentalmente tecnica, ma
quell’aspetto della
gica di cogliere soltanto realtà immediatamente
percepibile dai nostri sensi.
L’arte impressionistica risulta, in ultima analisi, una sorta di
“compromesso” tra la realtà che oggettivamente tendiamo tutti a vedere
e l’emozione soggettiva e individuale che tale visione immediata può
suscitare in ognuno di noi. È appunto come guardare con un occhio
“fuori” e, contemporaneamente, con un occhio “dentro”. E’ la sintesi tra
Sotto il profilo poetico, l’impressionismo
le due dinamiche percettive.
sembra rimanere indifferente ai soggetti. In realtà, dopo la sua faticosa
affermazione, l’impressionismo divenne lo stile della dolce vita
parigina di quegli anni, proprio perché può rendere godibile e facil-
mente accessibile qualsiasi cosa rappresenti.
Un critico così esclamava di fronte al quadro “Gelata bianca” di
Pissarro: “Fate capire al Signor Pissarro che gli alberi non sono viola,
che il cielo non è di un tono bruno fresco, che in nessun paese si vedono
cose che lui dipinge”.
le
Anche le mostre successive furono totalmente incomprese, ma intanto si
delineavano due tendenze:
una faceva capo a Pissarro e si poteva considerare più
specificatamente impressionista;
l’altra, espressa da Degas, guardava con più attenzione alla
tradizione.
In sintesi, i punti fondamentali, per comprendere le specificità
dell’impressionismo, sono:
lo studio analitico e percettivo della luce e dei suoi elementi di
scomposizione (i colori) scegliendo i luoghi e i momenti più adatti;
la pittura en plein air (ossia gli impressionisti dipingevano all'aperto
con il cavalletto portatile, usando una tecnica rapida che permetteva
di completare l'opera in poche ore o minuti);
l’esaltazione dell’attimo fuggente (essi intendevano riprodurre sulla
tela le sensazioni e le percezioni visive che i soggetti comunicavano
loro nelle varie ore del giorno ;
)
i soggetti paesaggistici e urbani. 34
Emozioni d’Arte
R. Renna -
La rivoluzione tecnica sul colore e sulla luce. Premesso che la
maggior parte dell’esperienza pittorica occidentale, tranne alcune
eccezioni, si è sempre basata sulla rappresentazione delle forme e dello
spazio, gli impressionisti erano consapevoli che il colore e la luce sono
gli elementi principali della visione: l’occhio umano percepisce inizial-
mente la luce e i colori, in seconda istanza, attraverso la sua capacità di
elaborazione cerebrale distingue le forme e lo spazio in cui sono
collocate.
Dunque, il rinnovamento della tecnica, iniziata da Manet, parte proprio
dall’esigenza di rappresentare solo la realtà sensibile. Influenza fonda-
mentale, nel merito, ebbero le scoperte scientifiche di quegli anni nel
campo dell’ottica compiute dal chimico Eugène Chevreul e dal
matematico James Clerk Maxwell.
Utilizzando la tecnica dell’astrazione cromatica (ossia ignorando la
linea, la prospettiva e il chiaroscuro), gli impressionisti arrivano poi ad
adottare la cosiddetta mescolanza ottica. In pratica, con una miriade di
pennellate virgolettate scompongono i vari oggetti e figure che si
potevano riconoscere solo a una certa distanza dal quadro. Allo stesso
modo avviene il fenomeno della ricomposizione cromatica: ad esempio
piccole pennellate di rosso e di blu, stese su una stessa zona, da lontano
fanno percepire il colore viola, e così via.
Era ormai risaputo che l’occhio umano ha recettori sensibili soprattutto
a tre colori: il rosso, il verde e il blu. Una stimolazione simultanea di
tutti e tre i recettori, mediante tre fonti pure di luce (rossa, verde e blu),