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Sintesi
I testi scolastici di fisica possono apparire ostili e minacciosi; l’autore si è proposto con questo libro di estrarre la bellezza dei principi di questa scienza per proporli in un modo nuovo e originale che si serve della suspense del giallo, raccontando sette storie intriganti di un commissario e un professore di fisica. La tensione investigativa, la quotidianità, le digressioni su piccoli e grandi temi del vivere, rendono i sette gialli un'occasione di piacevole apprendimento, libero da obblighi scolastici e da schemi rigidi di studio.
Ogni racconto si propone di sviluppare un argomento di fisica tipico della scuola superiore in un contesto informale, attraverso il dialogo tra il commissario Borsari e il professore Salviati. Non mancano le escursioni storiche, aneddotiche e biografiche.
Un modo quindi di utilizzare il cosiddetto storytelling nella didattica della fisica, costruendo un ambiente familiare ed emotivamente coinvolgente allo scopo di indurre il lettore a interiorizzare i concetti e a rielaborarli in maniera critica e riflessiva.
Un esperimento di fusione tra rigore scientifico e duttilità narrativa nel dichiarato intento di proporre un nuovo canale formativo e didattico.



Domenico Signorelli
Fisica, delitti e digressioni
7 casi da risolvere, 7 insolite lezioni di fisica, un numero imprecisato di peregrinazioni della mente.



Pag. 212 - Formato PDF
ISBN 9788896354346

Indice

Introduzione7
Una grave leggerezza18
Un dettaglio di grande portata42
Un ardente desiderio di esattezza68
Un’acuta riflessione104
Un silenzio assordante130
Un’altezza che dura un istante156
Un’idea illuminante188

Autore

Domenico Signorelli
Domenico Signorelli è laureato in Matematica e lavora prevalentemente nella formazione. Per Matematicamente.it ha pubblicato "Fisica, Dellitti e Digressioni" e "106 Metodi Java".
Estratto del documento

Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

assolutamente inequivocabili”, disse Salviati

approfittando di una breve pausa del commissario.

“Questo è ciò che sembra dal primo sopralluogo”,

continuò Borsari. “Effettivamente, abbiamo verificato che

sul ponteggio c’era una sbarra di sostegno non ben

fissata, proprio all’altezza del quindicesimo piano, cioè

dove Lombardi si trovava in quel momento. La sbarra

non fissata si trova esattamente in corrispondenza del

posto in cui è stato rinvenuto il cadavere. Le telecamere

di sicurezza hanno filmato il momento dell’impatto al

suolo e quindi, da questo punto di vista, non c’è alcun

dubbio che il corpo stesse precipitando dall’alto. Inoltre,

un dipendente dell’azienda afferma di aver parlato con

Lombardi pochi minuti prima che quest’ultimo decidesse

di salire al piano di sopra. Nessuno tra i dipendenti è in

grado di affermare se sul cantiere, oltre a Lombardi, ci

fosse qualcun altro. Insomma, l’idea dell’incidente nasce

dal fatto che, al momento, non abbiamo ulteriori elementi

per poter pensare a qualcosa di diverso”.

“Ecco un rompicapo che fa al caso mio!”, disse il

professore. “La prego commissario, mi fornisca tutti i

dettagli”.

“Non c’è molto altro da dire, tranne che, nel raggio di

alcuni metri dal corpo si trovano i pezzi del suo cellulare

andato in frantumi”.

“Mi permetta di studiare questo caso”, chiese Salviati.

“Con molto piacere professore”, rispose Borsari, “le sue

grandi capacità analitiche non possono che aiutarmi a

capire meglio la situazione”.

“Ho già intuito quali sono gli aspetti che è necessario

approfondire”, aggiunse Salviati, “perciò, domani avrò

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

bisogno di sapere alcune cose circa le telecamere di

sorveglianza, i tabulati telefonici e le dichiarazioni

rilasciate da tutti i dipendenti che in quell’arco di tempo

si trovavano ancora negli uffici”.

“Nessun problema professore. Abbiamo già acquisito il

nastro delle telecamere e inoltrato richiesta per i tabulati

telefonici. Per quanto riguarda le dichiarazioni dei

presenti le farò guardare i verbali. La lascio alla sua cena

e le auguro buona notte”.

“Buona notte anche a lei commissario”, disse Salviati

alzandosi ad accompagnare Borsari che intanto si era già

diretto verso la porta.

Il commiato dall’amico non avrebbe significato, per il

professore, distaccarsi dalla storia. Anzi, com’era solito

fare, diede inizio a quel silenzioso, ma incessante, lavorio

cerebrale che certamente non avrebbe interrotto neanche

per un attimo. Avrebbe fatto mille altre cose in quella

serata. Avrebbe cenato, guardato un po’ di televisione,

letto qualche libro, fatto una passeggiata e chissà

cos’altro, ma la quasi totalità del suo impegno mentale

sarebbe stata dedicata all’analisi di quell’incidente.

Avrebbe fatto decine e decine di congetture, costruito e

decostruito più e più volte la dinamica dell’accaduto. Il

professore non conosceva altro modo di dominare le

situazioni se non quello di produrre un flusso impetuoso

di pensieri, ipotesi e calcoli, il tutto rigorosamente

impostato su un metodo di quattro passi. Il primo passo

imponeva di non accogliere mai nulla per vero che non si

potesse, evidentemente, riconoscere come tale, cioè

evitare accuratamente la precipitazione e la prevenzione.

Il secondo passo consisteva nel dividere ogni problema in

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

tante parti minori. Il suo motto da sempre era “divide et

impera”, e lui faceva proprio così. Scomponeva una

qualunque questione in una serie di sottoproblemi e

continuava fino a quando un sottoproblema non fosse

diventato un dato atomico, non più scomponibile. A

questo punto, quando si ritrovava a disposizione soltanto

elementi, sfrondati da ogni altro aspetto superfluo e

disorientante, riusciva a vedere le cose sotto un’altra luce

e gli eventi venivano sottomessi a un’intransigente logica

di causa ed effetto. Il terzo passo prevedeva di condurre

ordinatamente i pensieri, cominciando dagli oggetti più

semplici e più facili da analizzare per risalire a poco a

poco, quasi per gradi, fino alla conoscenza dei più

complessi. L’ultimo passo prescriveva di fare sempre

delle enumerazioni e delle rassegne, così complete e

generali, da essere sicuro di non aver omesso nulla.

Il giorno successivo il professore si recò a scuola come al

solito, ed entrato in aula, s’immerse nelle sue lezioni. Le

lezioni erano una sorta di oblio. Tutti gli altri pensieri

sparivano e lui si abbandonava a quel piacere che lo

assorbiva completamente. Finita la mattinata a scuola, un

meccanismo automatico lo catapultava di nuovo nelle

questioni quotidiane, così telefonò al commissario per

dirgli che nel pomeriggio lo avrebbe volentieri ricevuto

nel suo studio per avere novità sul caso. Erano già le

quattro quando Borsari si presentò a casa del professore e

conoscendone l’impazienza, senza indugiare, tirò fuori

dalla sua borsa alcuni documenti.

“Questo è tutto quello di cui dovrebbe aver bisogno”,

disse il commissario mentre sfogliava le carte. “Grazie”,

replicò energicamente Salviati, “ma prima di passare alle

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

carte gradirei che lei mi facesse un resoconto di tutto.

Stamattina avrà avuto sicuramente modo di studiare con

attenzione i risultati delle perizie”.

“Come preferisce professore”, assentì Borsari

appoggiando le carte sulla scrivania e facendo aderire la

schiena alla sedia. “I fatti sono questi. Alle 18:30 di ieri, la

signora Bianchi, dipendente della ditta in questione,

finito il lavoro, si accingeva a lasciare l’ufficio per tornare

a casa. Com’era solita fare, prese l’ascensore e si avviò

all’uscita, dove, poco distanti, ci sono i parcheggi delle

auto. Mentre procedeva nell’area parcheggi, si accorse

che a terra c’era qualcosa. Era già buio e quindi, prima

che la signora capisse di cosa si trattava, dovette fare

ancora qualche altro passo in avanti. Non ci volle molto,

però, a capire che a terra c’era un uomo. Molto

spaventata, tornò subito indietro. Dal citofono chiamò il

collega Farina per informarlo dell’accaduto e gli chiese di

scendere immediatamente. Il signor Farina passò dalle

stanze degli altri due colleghi per allertarli e tutti e tre

insieme si precipitarono ai parcheggi. Una volta arrivati

sul posto, riconobbero il corpo del signor Lombardi dai

vestiti, poiché il volto era completamente sfigurato e

coperto di sangue. Superati i primi momenti di

agitazione, chiamarono un’ambulanza e la polizia. I

medici intervenuti ne attestarono subito il decesso. A

quel punto, la cosa più importante per noi era quella di

raccogliere tutti gli elementi utili prima che in qualche

modo venisse inquinata la scena. E così abbiamo fatto.

Alcuni dei miei uomini hanno raccolto le testimonianze

dei dipendenti che ancora si trovavano in ufficio mentre

io e un altro agente siamo saliti sul cantiere. Qui non

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

abbiamo riscontrato niente di particolare. Certo, un posto

disordinato, con attrezzi da lavoro sparsi qua e là, ma

nulla di significativo. L’unico rilievo interessante è stato

quello relativo alla sbarra del ponteggio divelta in

corrispondenza del punto dal quale dovrebbe essere

caduto Lombardi, come le avevo già anticipato ieri”.

Il commissario si fermò un attimo per capire se il

professore aveva qualche osservazione da fare, ma con

un gesto della mano il professore invitava Borsari a

continuare.

“L’idea dell’incidente ha assunto maggiore concretezza

dopo che abbiamo assodato, che sul cantiere si può

accedere solo dall’ultimo piano e che dunque nessuno

poteva trovarsi insieme a Lombardi senza essere passato

dalla reception in cui lavora la signora Bianchi.

Quest’ultima, però, ha già fatto mettere a verbale che nel

pomeriggio non era venuto nessuno in ufficio a parte i

dipendenti. Oltre alla signora Bianchi c’erano l’ingegner

Farina, il responsabile amministrativo Cortese e un

installatore di impianti che si chiama Raso. Gli operai che

lavorano nel cantiere erano andati tutti via intorno alle 16

e questo è confermato dai nastri delle telecamere. Farina,

a suo dire, stava lavorando a un progetto nel suo studio e

aveva parlato con Lombardi circa dieci minuti prima

dell’accaduto. Cortese ha dichiarato di essere stato

nell’ufficio di Lombardi dalle 17:00 alle 17:20 a discutere

di questioni fiscali e poi ha subito fatto una telefonata al

commercialista; telefonata che, di fatto, si stava

protraendo durante l’accaduto. Il tecnico afferma di

essere stato tutto il pomeriggio nel laboratorio a

effettuare delle riparazioni”.

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

A questo punto il professor Salviati interruppe Borsari

dicendo, “bene, ho seguito con attenzione quello che ha

detto e considero scontato che abbiate verificato le

dichiarazioni di ciascuno di loro. Continui la prego”.

“Quello che possiamo affermare è questo: la signora

Bianchi è stata alla reception tutto il pomeriggio e non ha

dovuto aprire la porta a nessuno perché non ci sono state

visite, come testimoniano i filmati delle telecamere a

circuito chiuso, che avrebbero altrimenti ripreso il

passaggio di persone; il telefono del signor Cortese, dai

tabulati, risulta impegnato in una telefonata con il

commercialista iniziata alle 17:30 e interrotta alle 18:32

proprio a causa dell’allarme dato da Farina; per

quest’ultimo non è possibile verificare se fosse realmente

nel proprio ufficio e per quanto riguarda il signor Raso,

non è possibile verificare se sia realmente rimasto tutto il

pomeriggio nel laboratorio. Eccezion fatta per il

responsabile amministrativo e per la signora Bianchi, gli

altri due avrebbero potuto tranquillamente essere nel

cantiere con Lombardi, senza che altri sapessero della

loro presenza. Tuttavia, c’è da dire che l’ultima telefonata

fatta dal cellulare di Lombardi è stata effettuata alle 18:22

ed era indirizzata al cellulare di Farina, il che porta a

escludere che i due fossero insieme sul ponteggio a

quell’ora“.

Il professore ascoltava ogni parola e da qualche minuto

aveva perfino interrotto il battito delle palpebre.

“Dunque commissario”, esordì improvvisamente, “se per

un attimo volessimo escludere l’ipotesi dell’incidente,

dovremmo trovare un movente. Quale risentimento può

aver portato uno dei due dipendenti, o entrambi, a

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Domenico Signorelli - Fisica, delitti e digressioni

uccidere Lombardi? Motivi economici? Motivi

personali?”.

“Abbiamo approfondito anche questi aspetti”, riprese il

commissario, “l’azienda non aveva problemi economici

ed era sempre puntuale nei pagamenti di fornitori e

dipendenti. La situazione finanziaria è sicuramente

florida a tal punto che Lombardi era ansioso di far

entrare in società il figlio che da poco si era laureato in

ingegneria. Dal punto di vista dei rapporti con i

dipendenti non è emerso niente di particolare. Ogni

impiegato afferma che l’ambiente di lavoro era

decisamente sereno”.

“Capisco”, disse Salviati che subito incalzò il

commissario, “se lei dovesse ricostruire l’episodio come

legherebbe le informazioni acquisite?”

“Be’… una versione ragionevole potrebbe essere questa:

Lombardi convoca nel suo ufficio Cortese e si

intrattengono a parlare per circa venti minuti. Dopo di

che Cortese torna nella sua stanza e mette a posto le carte

prima di iniziare la telefonata col commercialista come

abbiamo già detto. Lombardi rimane da solo fino alle 18

circa, quando riceve la visita dell’ingegnere Farina con

cui s’intrattiene per un po’ di minuti, diciamo fino alle

18:10, per parlare della divisione degli spazi del piano

superiore come dichiara lo stesso ingegnere. A quel

punto Farina torna nel suo ufficio e si rimette al lavoro,

mentre Lombardi, evidentemente, sale al piano di sopra a

controllare qualcosa. Alle 18:22, così come attestano i

tabulati, Lombardi chiama al cellulare Farina per dirgli,

come ci riferisce lui stesso, che ha pensato a una

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